The ASEM News

"Non permetteremo alla Russia di minare la nostra sicurezza": l'avvertimento di Meloni

"Non permetteremo alla Russia di minare la nostra sicurezza": l'avvertimento di Meloni

"Vogliamo difendere i confini esterni e non permetteremo alla Russia o alle organizzazioni criminali di minare la nostra sicurezza". Così la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, nelle dichiarazioni finali alla stampa al termine del vertice 'Nord-Sud' in Finlandia. Meloni si è poi rivolta direttamente a Petteri Orpo, ministro capo finlandese, ringraziandolo per l'iniziativa.

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Il miracolo della favola di Natale scritta nell'orrore di un lager

Il miracolo della favola di Natale scritta nell'orrore di un lager

Natale del 1944, di 80 anni fa: Oflag XB di Sandbostel, Germania. Nel campo di prigionia l'Internato militare italiano n° 6865, Giovannino Guareschi, scrive e mette in scena «La favola di Natale», spettacolo che, con le musiche di Arturo Coppola (suo vicino di letto a castello dal cui piano superiore faceva calare a Giovannino le musiche) verrà rappresentato proprio la vigilia del Natale 1944. Dopo quella rappresentazione, Giovannino presenterà al pubblico la sua «Favola» e lo farà a Natale del 1945, appena rientrato dalla prigionia, a Milano, al teatro «Angelicum». Pubbichiamo qui di seguito le parole con cui Guareschi presentò la sua commovente opera. Ecco uno spettacolo che ha bisogno di istruzioni per l'uso. Anzi: ecco uno spettacolo che non è uno spettacolo. Questa favola è nata come una nostalgia e tale è ancor oggi: ma allora - quando nacque - era tanta la miseria che la circondava, che anche la nostalgia poteva essere considerata uno spettacolo interessante e così ebbe l'onore di presentarsi da un palcoscenico a un folto pubblico. Questa sera noi vi rifaremo lo spettacolo tale e quale come nacque: dei poveracci originali solo due sono presenti: Coppola e io: tutti gli altri sono signore e signori rispettabilissimi i quali non hanno niente a che vedere con gli improvvisati musici, cantanti e coristi d'allora. Ad ogni modo è stata rispettata la primitiva stesura delle musiche e, tutt'al più, invece dell'ocarina e della chitarra, avremo un flauto e un pianoforte. (...) Clicca qui, registrati gratuitamente su Liberoquotidiano.it e leggi l'articolo integrale

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Quando il Vate salvò il pittore Cascella

Quando il Vate salvò il pittore Cascella

I peperoncini rossi che occhieggiavano dal centro tavola gli avevano dato un tuffo al cuore: nel suo Abruzzo erano chiamati diavoletti, esorcizzavano le jettature e respingevano il destino avverso. Nel destino del pittore Michele Cascella c'era adesso la fucilazione come spia. La sua vita era appesa a un filo, e quel filo lo teneva inconsapevolmente Gabriele d'Annunzio, il cui ingresso nella sala del suo appartamento in rue Geoffrey l'Asmier a Parigi era atteso da un momento all'altro. I poliziotti francesi avevano intimato all'artista di non dire una sola parola. La vigilia di Natale del 1914 Cascella era stato arrestato mentre disegnava in zona di guerra, sul fronte franco-tedesco. L'aveva mandato lì il padre Basilio (1860-1950) per La Grande Illustrazione, un raffinato periodico al quale collaboravano le grandi firme dell'epoca. (...) Clicca qui, registrati gratuitamente su Liberoquotidiano.it e leggi l'articolo integrale di Marco Patricelli

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Liga BPI: os melhores momentos do Sp. Braga-Sporting, 1-1

Liga BPI: os melhores momentos do Sp. Braga-Sporting, 1-1

Veja os principais lances do encontro

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Machtwort von Hertha-Boss Weber: „Eine Trainerdiskussion gibt es nicht“

Machtwort von Hertha-Boss Weber: „Eine Trainerdiskussion gibt es nicht“

Nach dem 0:0 in Hannover sucht Hertha BSC in Winterpause ein Stürmer, aber keinen neuen Trainer.

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Da Celentano a Vasco: la playlist "di sinistra" dove la donna è solo un oggetto

Da Celentano a Vasco: la playlist "di sinistra" dove la donna è solo un oggetto

Il cantautorato è un paese di sinistra che non si accorge, o non ha mai voluto farlo, di trasmettere contenuti alquanto discutibili per il proprio credo e la propria ideologia. Sulle donne, ad esempio, su come si trattano e maltrattano, sul poco rispetto, sulla loro oggettificazione, c'è una linea retta che da Adriano Celentano arriva a Tony Effe, passando ovviamente per il Teorema di Marco Ferradini con il noto decalogo invero alquanto sfigato. Il Molleggiato, convinto che dal pugno chiuso nascerà una carezza, alzava le mani in Storia d'amore, «e uno schiaffo all'improvviso le mollai sul suo bel viso rimandandola date». Se ti fa soffrire, se ti tradisce, non deve esserci pietà secondo Riccardo Cocciante, «e quando a letto lui ti chiederà di più, glielo concederai perché tu fai così» (Bella senz'anima), gli insulti per Marco Masini sono del tutto giustificati per certi comportamenti mignotteschi come se alle donne importasse solo il denaro, «che ti fai vedere in giro per alberghi e ristoranti con il culo sul Ferrari di quell'essere arrogante. Non lo sai che i miliardari anche ai loro sentimenti danno un prezzo» (Bella stronza). Quella troppo intelligente meglio lasciarla ad altri, ne è straconvinto Roberto Vecchioni, «Prendila te quella col cervello che s'innamori dite quella che fa carriera. Quella col pisello e la bandiera nera, la cantatrice calva e la barricadera». Il prof vuole una donna con la gonna, che cucini e stia zitta, la signorina Rambo, 'sta specie di canguro, per non dire della Capitana Nemo... alla larga. La questione di Colpa d'Alfredo la conosciamo, è diventata simbolo, bandiera anti-politicamente corretto, comunque Vasco l'ha detto che era «andata a casa con il negro, la troia». Anche nella più mite Rewind il Komandante insiste con la bambolizzazione della donna, «fammi vedere... fammi godere». Superiamo l'argomento spinoso e mai risolto sul rapporto tra i sessi: altri temi il popolo progressista oggi leggerebbe con parecchio imbarazzo, anzi li cederebbe volentieri a destra, uno per tutti la posizione antiabortista di Renato Zero che in un paio di stupende canzoni parla come un pro-vita: «Un altro figlio nasce e non lo vuoi... amalo» (Il cielo), «che una madre si arrende e un bambino non nascerà» (Più su). Cattolico e tradizionalista, il Re dei Sorcini scrisse dell'importanza di festeggiare il Santo Natale e onorare il Signore: «Dove abita, io non saprei. Magari in un cuore in un atto d'amore. Nel tuo immenso io, c'è Dio». Per non parlare dei CCCP che religiosi lo sono sempre stati anche quand'erano punk – in Madre pronunciano tutti i nomi della Madonna - e infatti non c'è da stupirsi delle successive posizioni di Giovanni Lindo Ferretti che fedele alla linea non lo sarà più. Né inganni l'invettiva di Povera patria, il Franco Battiato più autentico resta quello del Re del mondo dove cita René Guenon e in generale ne L'era del cinghiale bianco risulta attratto dal pensiero mistico caro alla destra. Non a caso lo chiamano il Principe, Francesco De Gregori si è sempre mantenuto a distanza di sicurezza dal politichese sinistro avendo scelto la strada della poesia. È vero, cantò Pablo che sembrava un tupamaros, però quel titolo bellissimo, Il cuoco di Salò, e quelle strofe sussurrate «Che qui si fa l'Italia e si muore, dalla parte sbagliata. In una grande giornata si muore, in una bella giornata di sole. Dalla parte sbagliata si muore» ci fa pensare che le storie degli altri, di chi perde, le camminate solitarie lontane dal branco siano sempre le più belle da raccontare. E da cantare.

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Ruben Amorim dava a conferência de imprensa quando começou... a 'chover' na sala

Ruben Amorim dava a conferência de imprensa quando começou... a 'chover' na sala

Manchester United foi derrotado em casa pelo Bournemouth, por 3-0

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Prima Primaten oder peinlich? Das wilde Leben von Robbie Williams wird von Affen gespielt

Prima Primaten oder peinlich? Das wilde Leben von Robbie Williams wird von Affen gespielt

Der britische Popstar hat für sein Biopic mit einem australischen Regisseur zusammengespannt. Beide sind nicht ganz dicht.

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"Spegnete 'sto telefono". Riccardo Muti interrompe il concerto al Senato: attimi di imbarazzo

"Spegnete 'sto telefono". Riccardo Muti interrompe il concerto al Senato: attimi di imbarazzo

A Riccardo Muti non manca di certo l'ironia. In Aula al Senato per il tradizionale concerto di Natale da lui diretto, il maestro d'orchestra si rende protagonista di un divertente siparietto. Mentre sta rivolgendo un saluto ai presenti, tra i quali il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ecco che suona un telefono. Un accadimento su cui non può fare a meno di rimproverare bonariamente la persona che non ha avuto l'accortezza di disattivare l'apparecchio. "Stutatelo 'sto telefono", ossia "spegnetelo questo telefono" dice utilizzando un'espressione del dialetto napoletano e strappando - dopo qualche frazione di secondo di imbarazzo - una risata ai presenti. Muti, tra gli applausi divertiti, sottolinea che si tratta di un comportamento recidivo. "A un certo punto, mentre stavo dirigendo l'ho sentito e ho guardato bene nella partitura, credendo che ci fosse qualche cosa che mi era sfuggito". Poi, tornando serio, il maestro ha voluto rendere omaggio all'orchestra: "Questa è la parte bella dell'Italia di cui si parla poco in genere, i media parlando poco di questi ragazzi, dedicano la loro vita a cercare la bellezza e l'armonia, il frutto, se matura, matura dopo anni e anni e anni di sacrifici e di studi. Questa è l'arte: ars longa, vita brevis. È questo che noi dobbiamo tener presente: c'è un'Italia straordinaria nascosta, ma che è la vera Italia".

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Senato, ecco l'Inno d'Italia prima del concerto di Natale

Senato, ecco l'Inno d'Italia prima del concerto di Natale

Tutto pronto in Aula al Senato per la XXVII edizione del Concerto di Natale. L'evento è stato aperto dall'Inno d'Italia e dall'indirizzo di saluto del Presidente del Senato, Ignazio La Russa. Presente il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Tra le autorità ospiti, sono previsti il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, il presidente facente funzioni della Corte Costituzionale, Giovanni Amoroso, il ministro della Cultura Alessandro Giuli e il ministro della Salute Orazio Schillaci. Il maestro Riccardo Muti dirigerà l'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini. In programma, l'ouverture Coriolano op. 62 di Ludwig van Beethoven e la Sinfonia Roma op. 37 di Georges Bizet.

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